Cè sempre la prima volta

Sono parecchi anni che acquisto e vendo prodotti sulla rete. Mai una fregatura; il 99% delle volte ho sempre pagato con carta di credito prepagata utilizzando il ‘circuito sicuro’ di Paypal; sempre tutto molto sicuro e molto veloce

Tutto bello, ma cosa succede se si incappa in una truffa on-line?

A voi una breve narrazione dei fatti senza entrare nello specifico.

Come sempre decido di fare una ricerca online di materiale necessario al nostro laboratorio di riparazioni iPhone, Mac, Pc, Smartphone, premetto che spendo moltissimo del mio tempo sia nella ricerca della qualità che del prezzo e la qualità del fornitore che si descrive così:

vantiamo anni di esperienza nel gestire relazioni commerciali con rivenditori online e teniamo sempre d’occhio i feedback che riceviamo dai nostri utenti

Cerco quindi tra i metodi di pagamento e trovo il mio preferito la possibilità di pagare tramite paypal.

Perfetto dico, e mi ripeto la famosa frase che tanto pubblicizzano

La protezione acquirenti Paypal ti protegge ad ogni costo

Ottimo mi dico, se posso pagare con Paypal allora ok, mi fido. In caso di truffa Paypal stornerà sicuramente l’importo che ho pagato al venditore truffaldino.

Era il giorno 15 ottobre 2019 acquisto il materiale necessario allo store e pago tramite carta di credito prepagata legata al mio account Paypal. La procedura va a buon fine, importo a me addebitato e mail di conferma da parte del sito di e-commerce, tutto come da procedura, tutto come sempre.

Tutto sembra in regola

Attendo diverse settimane e monitorizzo la spedizione che stranamente rimane sempre in sospeso su ‘ in spedizione ‘, pazienta mi ripeto ho acquistato con Paypal , facendomi forte del sistema di tutela degli acquirenti.

La protezione acquirenti Paypal ti protegge ad ogni costo”.

Accedo al mio account Paypal e attivo subito una ‘Contestazione del pagamento’ spiegando che il materiale non mi è mai stato recapitato e credo si tratti di una truffa. Converto poi immediatamente la ‘Contestazione’ in ‘Reclamo’ – ossia nell’ultimo step di azioni previste dal Paypal per contestare una compravendita.

Non soddisfatto chiamo subito il servizio clienti di Paypal. L’addetto del call center mi gela con questa conversazione:

– Paypal: “Scusi, ma io vedo che il venditore ha spedito un pacco, ha pure inserito il codice per il tracking on-line”.

– Io: “Si, avra spedito ma non si traccia la spedizione e non ho riscontri da parte del venditore”

– Paypal: “Ah bè, a noi basta che sia stato spedito qualcosa. Non facciamo controlli, non possiamo fare indagini su quello che viene spedito”.

A me questo sembra un comportamento da parte di PayPal, che ritenere ingannevole, sarebbe poco. Che tipo di tutela sarebbe? Dov’è la sicurezza di pagare (con le relative commissioni che pretendono per il servizio) tramite il loro circuito?

Ricerco sul web la definizione di PUBBLICITA’ INGANNEVOLE:

Le pubblicità che inducono in errore, o possono indurre in errore le persone che le ricevono, sono vietate. Infatti, il loro carattere ingannevole può influenzare il comportamento economico dei consumatori e dei professionisti o ledere un professionista concorrente.

Il carattere ingannevole di una pubblicità dipende da una serie di criteri:

le caratteristiche dei beni o dei servizi (disponibilità, composizione o natura, modalità di fabbricazione o di prestazione, origine, ecc.), i risultati che ci si attende dal loro utilizzo e i risultati dei controlli di qualità effettuati dal prezzo o modo in cui viene calcolato e dalle condizioni di fornitura dei servizi.

Una cosa è certa, non finisce qui….

Vi rimando ai prossimi giorni sul nostro blog per nuovi aggiornamenti.