Cè sempre la prima volta

Sono parecchi anni che acquisto e vendo prodotti sulla rete. Mai una fregatura; il 99% delle volte ho sempre pagato con carta di credito prepagata utilizzando il ‘circuito sicuro’ di Paypal; sempre tutto molto sicuro e molto veloce

Tutto bello, ma cosa succede se si incappa in una truffa on-line?

A voi una breve narrazione dei fatti senza entrare nello specifico.

Come sempre decido di fare una ricerca online di materiale necessario al nostro laboratorio di riparazioni iPhone, Mac, Pc, Smartphone, premetto che spendo moltissimo del mio tempo sia nella ricerca della qualità che del prezzo e la qualità del fornitore che si descrive così:

vantiamo anni di esperienza nel gestire relazioni commerciali con rivenditori online e teniamo sempre d’occhio i feedback che riceviamo dai nostri utenti

Cerco quindi tra i metodi di pagamento e trovo il mio preferito la possibilità di pagare tramite paypal.

Perfetto dico, e mi ripeto la famosa frase che tanto pubblicizzano

La protezione acquirenti Paypal ti protegge ad ogni costo

Ottimo mi dico, se posso pagare con Paypal allora ok, mi fido. In caso di truffa Paypal stornerà sicuramente l’importo che ho pagato al venditore truffaldino.

Era il giorno 15 ottobre 2019 acquisto il materiale necessario allo store e pago tramite carta di credito prepagata legata al mio account Paypal. La procedura va a buon fine, importo a me addebitato e mail di conferma da parte del sito di e-commerce, tutto come da procedura, tutto come sempre.

Tutto sembra in regola

Attendo diverse settimane e monitorizzo la spedizione che stranamente rimane sempre in sospeso su ‘ in spedizione ‘, pazienta mi ripeto ho acquistato con Paypal , facendomi forte del sistema di tutela degli acquirenti.

La protezione acquirenti Paypal ti protegge ad ogni costo”.

Accedo al mio account Paypal e attivo subito una ‘Contestazione del pagamento’ spiegando che il materiale non mi è mai stato recapitato e credo si tratti di una truffa. Converto poi immediatamente la ‘Contestazione’ in ‘Reclamo’ – ossia nell’ultimo step di azioni previste dal Paypal per contestare una compravendita.

Non soddisfatto chiamo subito il servizio clienti di Paypal. L’addetto del call center mi gela con questa conversazione:

– Paypal: “Scusi, ma io vedo che il venditore ha spedito un pacco, ha pure inserito il codice per il tracking on-line”.

– Io: “Si, avra spedito ma non si traccia la spedizione e non ho riscontri da parte del venditore”

– Paypal: “Ah bè, a noi basta che sia stato spedito qualcosa. Non facciamo controlli, non possiamo fare indagini su quello che viene spedito”.

A me questo sembra un comportamento da parte di PayPal, che ritenere ingannevole, sarebbe poco. Che tipo di tutela sarebbe? Dov’è la sicurezza di pagare (con le relative commissioni che pretendono per il servizio) tramite il loro circuito?

Ricerco sul web la definizione di PUBBLICITA’ INGANNEVOLE:

Le pubblicità che inducono in errore, o possono indurre in errore le persone che le ricevono, sono vietate. Infatti, il loro carattere ingannevole può influenzare il comportamento economico dei consumatori e dei professionisti o ledere un professionista concorrente.

Il carattere ingannevole di una pubblicità dipende da una serie di criteri:

le caratteristiche dei beni o dei servizi (disponibilità, composizione o natura, modalità di fabbricazione o di prestazione, origine, ecc.), i risultati che ci si attende dal loro utilizzo e i risultati dei controlli di qualità effettuati dal prezzo o modo in cui viene calcolato e dalle condizioni di fornitura dei servizi.

Una cosa è certa, non finisce qui….

Vi rimando ai prossimi giorni sul nostro blog per nuovi aggiornamenti.

Il Coronavirus ha varcato i confini del nostro paese. Come conseguenza, lo smart working, nelle aree colpite dall’epidemia, è diventata la misura adottata da moltissime realtà italiane per cercare di ridurre al minimo il rischio di contagio con responsabilità sociale, pur portando avanti le proprie attività.

Il responsabile Scientifico dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano Mariano Corso ha sottolineato che lo Smart Working non può essere la soluzione per “bloccare” l’epidemia, ma con l’impegno di tutti, può rappresentare una misura per ridurre rischi, attenuare disagi e contenere gli enormi danni economici e sociali che questa emergenza rischia di causare. I lavoratori, e soprattutto coloro che sono già Smart Workers, devono restituire il credito di fiducia dimostrando autonomia, impegno e senso di responsabilità».

Come hanno riportato in questi giorni diversi quotidiani, sono tante le aziende che hanno chiesto ai loro dipendenti di limitare le trasferte di lavoro e lavorare in Smart Working, utilizzando gli strumenti di collaboration a loro disposizione: A2A, Ibm, Intesa San Paolo, Pirelli, Salini Impregilo, PwC, KPMG, Luxottica, Enel, Eni, Saipem, Snam, Vodafone.

Una rivoluzione delle abitudini

Da poche ore abbiamo appreso delle note limitazioni fino almeno al 3 aprile e dopo due settimane di emergenza Covid-19 sono cambiate le abitudini di tutti. Il consiglio quasi obbligato a restringere le relazioni sociali, la distanza di sicurezza di quasi 2 metri, la chiusura delle scuole e i figli a casa…

E’ iniziata una nuova organizzazione aziendale, famigliare e personale. Cambiano i ritmi e la comunicazione tra colleghi. Si improvvisano chat di interi reparti su Whatsapp e altre piattaforme per la gestione del lavoro da remoto.

Definizione di Smart Working

Lo smart working, o lavoro agile è una nuova filosofia manageriale. Essa è fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare. A fronte però, di una maggiore responsabilizzazione sui risultati. Un nuovo approccio al modo di lavorare e collaborare all’interno di un’azienda che si basa su quattro pilastri fondamentali:

  • revisione della cultura organizzativa
  • flessibilità rispetto a orari e luoghi di lavoro
  • dotazione tecnologica e spazi fisici

Karmatech l’evoluzione dello Smart Working

Stiamo vivendo in un’epoca fantastica in cui le innovazioni si susseguono costantemente e le viviamo in prima persona. Infatti, siamo stati tra i primi a voler sperimentare nuove tecnologie, provare nuove soluzioni che ci permettono di semplificare ciò che facciamo quotidianamente.

Il nostro modo di lavorare e collaborare non può prescindere da una serie di tecnologie divenute vitali per garantire produttività, flessibilità e mobilità. Dalla velocità della connessione dati alle soluzioni cloud per garantire la gestione dei dati in ambienti sicuri, dalle piattaforme di collaborazione digitale.

Perché non sfruttare al meglio la tecnologia anche nel mondo del lavoro? 

Il nostro staff operativo 7 giorni su 7 è pronto per offrirvi la professionalità ed i mezzi tecnologici per lavorare da casa in autonomia in attesa che questo faticoso periodo passi in fretta.

Non esitate a contattarci

Buongiorno ragazzi, il ministero della salute ha deciso per un’altra settimana di contenimento del coronavirus fino all’8 marzo compreso. Non abbiamo intenzione di discutere sulle cause e sulle modalità di applicazione delle restrizioni, ma abbiamo deciso nel nostro piccolo di aiutare le persone che come tutti noi, in queste settimane si trovano in difficolta soprattutto negli spostamenti.

Per questo noi di Karmatech oltre a tenere aperti i nostri 2 store di Bollate, abbiamo deciso di dare una mano contro il coronavirus:

  • Ritiro e riconsegna di dispositivi gratuite nelle zona rossa.
  • Ritiro e riconsegna gratuite per le persone che hanno difficolta a muoversi
  • Sconti del 50% per le riparazioni di Pc, Mac, Smartphone e Iphone (presenti anche nel nostro store online)
coronavirus

Rimaniamo a disposizione, sicuri che tutto questo finirà presto. Per altre informazioni sulle nostre predisposizioni contro il coronavirus non esitate a contattarci o a visitare il nostro sito..

L’azienda cresce e con essa il numero dei PC, esponenzialmente aumenta il numero dei dispositivi necessari come stampanti e server. L’elenco non può far altro che aumentare e cosi la assistenza informatica richiesta, siamo sicuri che la migliore soluzione sia avere un tecnico in casa? O esistono alternative di consulenza informatica?

L’assistenza informatica fai da te

La consulenza informatica fai da te non funziona è adatta quando sei a casa e la salute dei dispositivi è poco importante e non è legata di certo ad interessi operativi ed economici. L’informatica è un campo vasto, troppo vasto.

Pensiamo ad esempio a quante persone servano a costruire una casa, progettisti, muratori, idraulici, elettricisti e molto altro, cosi è l’informatica e soprattutto così è l’assistenza informatica: pensare di racchiudere tutta la conoscenza in un’unica persona è oltre che presuntuoso estremamente pericoloso per qualsiasi azienda.

Le aziende basano il loro sistema sul mezzo informatico. I risultati sono legati strettamente ai sistemi informatici ed al loro coretto funzionamento. e quindi logicamente alla loro struttura e manutenzione.

Un tecnico dipendente in azienda dedicato all’assistenza informatica presenterà diversi problemi:

  • Non avere lavoro da mattina a sera, e quindi non essere sempre produttivo a livello di tempi e costi.
  • Non avere le competenze sufficienti a coprire ogni problema che potrebbe manifestarsi.

Pensare di concentrare tutta la conoscenza dell’azienda in un’unica figura è oltre che presuntuoso estremamente pericoloso, infatti andasse via, si porterebbe dietro fin troppi dettagli, magari soluzioni particolari messe in piedi nel corso del tempo, insomma potrebbe lasciare tutto tranne che una gestione standard e pulita.

Rimanere aggiornati costa tempo e soldi

Un grave errore della consulenza informatica aziendale è che le aziende tendono a rimanere ancorate ad una certa soluzione, i tempi aziendali nella in realtà non si sposano proprio con la velocità con cui l’informatica va avanti. Non investire nel periodico aggiornamento dei sistemi spesso si rivela per le aziende un pericoloso boomerang.

L’invecchiamento della infrastruttura informatica porta a rotture sempre più frequenti, con interruzioni di servizio e malcontento nei clienti.

L’assistenza informatica non riesce a stare dietro a tutto e quando si rende necessario aggiornare poi non ha le conoscenze e le competenze necessarie a seguire il nuovo che avanza.

Come fare dunque?

Karmatech

Partner unico:

RISPARMIO

Tempo, ma soprattutto denaro e serenità! Offrire un pacchetto completo di hardware, software e pubblicità permette a noi di avere una visione di insieme dell’obiettivo che si vuole raggiungere, e te di snellire la tua gestione e ridurre i costi del 40% grazie al nostro ricondizionato.

GARANZIA

Le nostre componenti ricondizionate sono garantite 12 mesi, estendibili fino a 3 anni: i vantaggi del nuovo, con il prezzo dell’usato.

ASSISTENZA

Forniamo assistenza 7 giorni su 7, 365 giorni l’anno. Disponibili in loco e da remoto: risolviamo il tuo problema in qualunque parte del mondo, con la velocità della rete. Per altre informazioni puoi visitare il nostro sito.


Da molti attesa con ansia, anche su WhatsApp è arrivata la tanto attesa modalità Dark Mode, potremo finalmente attivare il tema scuro nella popolare app di messaggistica. Vediamo insieme come attivarla subito.

Ormai la mania della Dark Mode è scoppiata e ognuno di noi vuole che ogni app abbia la possibilità di attivarla. Purtroppo però una delle app più famose come WhatsApp ancora non aveva questa possibilità.

Prima di tutto dovrete scaricare la versione beta https://www.apkmirror.com/apk/whatsapp-inc/whatsapp/whatsapp-2-20-13-release/ dopo aver installato il file apk dovete solo seguire dei semplici passaggi.

  1. Aprite l’app di WhatsApp sul vostro dispositivo;
  2. Cliccate sui tre puntini presenti nell’angolo in alto a destra;
  3. Cliccate su Impostazioni/Chat/Tema;
  4. Qui potete notare che abbiamo la possibilità di fare ora tre scelte: Impostato con Risparmio energetico/Chiaro/Scuro;

All’alba dell’era dei cellulari ognuno possedeva il suo carica batterie, addirittura la stessa casa produttrice per ogni modello aveva tipi diversi costringendo l’utente ogni volta a cambiare caricabatterie e accessori.

Poi l’Unione Europea decise di affrontare il problema consigliando l’utilizzo del connettore micro USB come unico standard, e così arrivammo alla situazione che viviamo ancora oggi: sugli smartphone troviamo semplicemente delle porte micro usb o al limite il nuovo standard USB Tipo-C, questa decisione fu presa non solo per far risparmiare l’utente ma per evitare inutile spreco di produzione e smaltimento di carica batterie e accessori che potrebbero essere utilizzati per più anni e per più dispositivi.

Dopo anni l’ue ha deciso di intervenire ancora nel tentativo di imporre un connettore unico su tutti i dispositivi, smartphone tablet, pc imponendo uno standard che sia unico per tutte le case produttrici.

La pecora nera agli occhi del consumatore e della Unione europea rimane la Apple che con il lancio degli ultimi iPhone ha conservato lo standard Lighting, sebbene adotti già da tempo su iPad e MacBook lo standard tipo C. Secondo Apple, che espresse la propria opinione già oltre un anno fa, proprio il passaggio da Lightning a un altro standard, come per esempio USB, causerebbe a questo punto un aumento dei rifiuti elettronici in quanto tutti gli attuali caricabatterie Lightning finirebbero nella spazzatura.

 

 

Un server dall’inglese servitore è un apparato informatico che fornisce qualsiasi genere di servizio ad una rete dei clienti comunemente chiamati client. In maniera più semplice è un pc grande o anche di dimensione ridotte che risponde alle esigenze di altri pc.

Il nostro Pc di casa ad esempio può essere un server, banalmente se lo utilizziamo con programmi di scambio file stiamo offrendo un servizio ad altri utenti in rete che sono i clienti.

I server per uso sia domestico che professionali funzionano attraverso sistemi operativi appositi, analizziamo nello specifico i servizi che offrono :

. Gestione periferiche di stampa

. Gestione rete locale o geografica

. Inoltro ed invio di posta elettronica

. Condivisione di file o scambio tra Pc

. Contenere ed archiviare file

Possiamo ad esempio trovare un server che funziona allo stesso tempo sia da web server che da mail server.
Solitamente per usi commerciali o importanti, si preferisce avere un server dedicato ad un unico servizio per avere maggiori prestazioni.

Gli smartphone rigenerati e ricondizionati non sono dei semplici dispositivi usati, vengono messi in vendita dopo essere stati utilizzati o restituiti per un problema e sottoposti a diversi test tecnici prima di essere immessi nuovamente sul mercato.

In genere sono le stesse aziende che ritirano i dispositivi e si fanno carico dei processi tecnici atti alla rimessa in vendita, le stesse aziende per legge sono obbligate a specificare che il prodotto è stato rigenerato e ricondizionato.

Il processo di ricondizionamento

Questo genere di intervento riguarda sia la parte estetica che quella tecnica.

  1. Reset per cancellare tutti i dati e riportare il dispositivo alla stato iniziale come quando uscito dalla fabbrica.
  2. Vengono verificate tutte le funzioni principali (accensione, touchscreen, tastiera, audio) e componenti vengono controllati ed eventualmente riparati.
  3. A livello estetico le parti danneggiate vengono sistemate o sostituite (graffi sul display anche minimi o sulla scocca per esempio non sono ammessi).
  4. Inoltre lo smartphone viene sottoposto ad un processo di igienizzazione che riguarda tutte le componenti.
  5. Tutti gli accessori presenti nella confezione vengono testati ed eventualmente sostituiti.

Infine il dispositivo prima di essere confezionato e rimesso in vendita viene ulteriormente testato in tutte le sue parti.

Gli smartphone ricondizionati dovrebbero godere di una garanzia di 12 mesi che però non viene offerta dal brand produttore ma dall’azienda che si è fatta carico del processo di ricondizionamento. Prima di acquistare un dispositivo ricondizionato quindi assicuratevi che la garanzia sia presente, controllatene la durata e verificate a chi dovrete rivolgervi in caso di eventuali problemi con il dispositivo.

Se sei il titolare di uno studio di architettura o di design avrai sicuramente esigenze particolari nell’ambito di computer, hai bisogno è potenza e affidabilità. La soluzione giusta è una workstation.

Che cos’è una workstation?

Oggi può sembrare semplicissimo acquistare un computer: processori potenti, schede grafiche velocissime, tanti GB di RAM e molto spazio di archiviazione sono presenti su tantissimi PC, anche consumer, e a prezzi oramai decisamente accessibili. Spesso, e questo è l’errore più grande, si pensa di scegliere un computer guardando semplicemente ai numeri, salvo poi pentirsene quando il lavoro diventa faticoso. Non tutti i computer sono uguali e non tutti i software sono uguali: chi lavora in ambito grafico, soprattutto con applicazioni che richiedono lavori di rendering, sa bene che il tempo perso con macchine troppo poco potenti costa in mancata produttività, difficoltà a rispettare le scadenze e arrabbiature. Una workstation grafica dev’essere affidabile, non deve andare in crash quando il carico di lavoro diventa impegnativo e, soprattutto, deve restare acceso per molto tempo sopportando anche elevati stress termici a carico della CPU ad esempio se si lavora in ambito della modellazione 3D si avrà bisogno di una workstation per grafica 3D.

Quello di cui i professionisti della grafica hanno bisogno è un parco macchine che garantisca loro velocità di calcolo e riduzione dell’inconveniente ai minimi termini durante le lunghe sessioni di lavoro con CAD o software di modellazione 3D. Le macchine devono essere in grado di sostenere carichi di lavoro impegnativi, come ad esempio il rendering anche oltre l’orario di ufficio, e devono essere pienamente compatibili con i software più utilizzati.

Per Designers e architetti, computer o workstation?

Chi lavora nell’ambito dell’architettura e del design ha a che fare quotidianamente con grafica 2D e 3D e per questo la workstation da scegliere deve essere adatta a gestire elaborazioni grafiche in modo veloce e flessibile. Sono importanti anche il processore e la memoria, mentre passa un po’ in secondo piano l’archiviazione: quello che serve è un supporto di memorizzazione veloce, ma non necessariamente super capiente, fattore invece di grande importanza per chi si occupa di editing video dove clip e sequenze occupano davvero molto spazio. Anche architetti e designer, in realtà, possono realizzare filmati dimostrativi delle loro creazioni, tuttavia sono spesso clip di durata modesta che non sono certo il focus della loro attività quotidiana. Tra gli aspetti del pc da prendere in considerazione, infine, ci sono l’alimentazione generosa, la disponibilità di porte per le connessioni a periferiche e monitor, l’ottima capacità di dissipare il calore e il monitor stesso: alcuni di questi elementi sono propri del concetto di workstation e sono presenti su quasi tutte le macchine; altri, come il monitor, sono accessori che vanno scelti accuratamente a seconda della configurazione scelta. La base di partenza, in ogni caso, è il software utilizzato: che sia AutoCAD, ArchiCAD, Revit Architecture, Allplan oppure software di modellazione come 3DS Studio Max e Rhino, è importante consultare i requisiti del software che si utilizza solitamente. Da qui si può partire, ma i requisiti minimi suggeriti per il suo funzionamento in questo caso non sono un dato poi così utile perché raccontano semplicemente qual è la condizione minima per iniziare a lavorare: ma quello che si presuppone un professionista voglia è essere produttivo, sicuro e soprattutto veloce quindi occorre scegliere una workstation decisamente più equipaggiata.

La scheda video, cuore della workstation grafica, per lavori veloci e sicuri

Dovendo lavorare con la grafica e con la modellazione 2D e 3D, la scheda video ricopre un ruolo fondamentale nella scelta della workstation. Nel nostro caso, il suggerimento è di evitare schede grafiche integrate e puntare invece su un computer con “grafica discreta“, ovvero con scheda video separata. AMD e NVIDIA. Le schede video per le workstation sono realizzate appositamente dalle due aziende leader del settore, AMD e NVIDIA, per gestire nel migliore dei modi i carichi di lavoro che i software generano. Prodotti come le AMD FirePro e le NVIDIA Quadro sono stati pensati e provati per funzionare al meglio con la maggior parte dei software destinati proprio ai lavori in ambito grafico e 3D. Le schede video AMD e NVIDIA rendono il lavoro di rendering veloce ma anche sicuro e stabile, evitando fastidiosoi crash che costringono a volte a ripetere il lavoro da capo. È da sottolineare, però, che spesso non tutto il lavoro di rendering viene fatto dalla GPU (il processore grafico), anzi, con molti programmi di design e CAD la CPU (quindi il processore) ha ancora un ruolo rilevante, spesso più del processore grafico stesso.

La Ram

Ci sono poi altri aspetti della scheda video da considerare, ad esempio quelli legati alla RAM. La costruzione delle schede video per le workstation sfrutta, ad esempio, componenti diversi rispetto ai computer consumer tradizionali: le memorie a bordo, infatti, solitamente sono RAM chiamate “ECC” (Error Correcting Code), quindi con correzione di errore e usano una mappatura specifica per passare nel modo più rapido possibile i dati necessari alla GPU. È importante, poi, anche valutare quanta memoria viene messa a disposizione della GPU, che rappresenta il “serbatoio” dove il PC tiene le risorse da usare per creare, ad esempio, le tessiture grafiche.

Uscite video Infine, altro aspetto da non sottovalutare relativo alla scheda grafica sono le uscite video: ormai tutte le schede hanno uscite video multiple ad alta risoluzione che permettono di gestire anche quattro schermi nei modelli più avanzati, permettendo non solo il lavoro su più monitor ma anche di usare una delle uscite ad esempio per fornire una preview ad eventuali clienti o durante un meeting su un monitor che non sia quello magari su cui si lavora abitualmente alla propria scrivania.

Spesso nelle workstation si trovano memorie RAM di tipo ECC: queste integrano un sistema per la correzione di eventuali errori nelle fasi di lettura/scrittura, il che rende il sistema più stabile e affidabile, anche in caso di microsbalzi di tensione. Si tratta di un fattore molto importante: se il sistema si blocca per un errore di memoria a metà di un lungo rendering, sarà necessario rincominciare da capo. Le memorie ECC sono presenti generalmente solo sui server e sulle migliori workstation, ma non si trovano mai sui comuni PC consumer o office. Sempre in tema di memoria è importante vedere la quantità da installare: 8 GB sono il taglio minimo per CAD e programmi simili, con 16 GB si sta già più “comodi”, ma 32 GB sarebbero il taglio perfetto. Nel caso delle workstation viene comunque indicata oltre alla RAM installata anche quella massima installabile. L’upgrade di memoria può essere fatto anche dopo l’acquisto se le prestazioni non sono convincenti: basta sincerarsi che la configurazione all’acquisto lasci liberi almeno due slot di memoria,

Archiviazione, non serve tanto spazio, meglio se veloce e sicura: un SSD è la soluzione ideale

In una workstation per gli studi di architettura l’unità di archiviazione è elemento importante da valutare, non tanto per la sua capienza (si può optare molto comunemente per un server oppure per Hard Disk esterni) quanto per la velocità di esecuzione dei software. Quando un computer non va veloce spesso si dà la colpa alla RAM: in realtà, solo parte dei dati risiedono in memoria, gli altri, incluse le librerie delle applicazioni grafiche (e sono moltissime nel caso dei programmi di architettura), sono caricate sul “disco”. L’accesso allo storage dev’essere quindi rapidissimo in lettura, e non c’è soluzione migliore della scelta di un’unità a stato solido (SSD). La velocità e il tempo di accesso sono i punti di forza di questi moduli, che non brillano invece per prezzo unitario (costo per singolo gigabyte), ma come abbiamo detto non servono terabyte di spazio per salvare disegni e filmati. Un disco SSD, per la lavorazione in locale, è sempre la soluzione migliore ma non bisogna dimenticarsi di avere una soluzione affidabile per il backup dei dati. Se l’ufficio non è dotato di una infrastruttura di rete come un server o un NAS, chi non vuole affidarsi a un cloud fa bene a dotarsi di un piccolo disco esterno di sicurezza per il backup. Esistono modelli anche a doppio disco, con configurazione RAID per evitare problemi dovuti a rotture di uno dei due dischi, così come i moduli SSD portatili per passare il lavoro dalla workstation a un notebook in modo rapido e sicuro.

Workstation Mobile, quando si porta il lavoro fuori dall’ufficio

Se il desktop è il principale strumento di lavoro scelto, è anche vero che spesso si ha la necessità di portare il proprio lavoro fuori dall’uffico. Ecco allora che è sicuramente una valida, quanto necessaria, soluzione dotarsi anche di una workstation mobile, o meglio di un notebook sufficientemente veloce e potente da sopportare con agilità lunghe presentazioni. A questa macchina si possono non necessariamente richiedere le stesse specifiche tecniche di potenza e velocità di quella desktop, perché si ipotizza che venga utilizzata per scopi differenti rispetto e che ad esempio non si usi per fare il rendering. Si può però valutare tra le altre cose una costruzione particolarmente solida e robusta, per resistere agli spostamenti e perché no alla difficile vita di cantiere.

Assistenza per il massimo dell’affidabilità

Acquistando una workstation nuova o ricondizionata porta con sé anche un vantaggio, la qualità dell’assistenza che Karmatech offre con un tecnico dedicato 7 giorni su 7.